Come calcolare la pensione per i Professori universitari? Quali sono i requisiti necessari per uscire dal mercato occupazionale? Facciamo chiarezza in merito al calcolo pensione Docenti universitari.
Ad oggi la Riforma Monti-Fornero rappresenta la disciplina normativa in merito alla pensione docenti universitari e ricercatori di ruolo. Questa riforma previdenziale tanto discussa e dibattuta dai Governi successivi ha revisionato il sistema welfare di tantissime categorie, tra cui quella dei professori e dei ricercatori di ruolo assunti ed operativi nel mondo accademico.
Pensione Professore Universitario: le riforme previdenziali intervenute nel tempo
La variabile anagrafica pensionabile massima per i Docenti universitari è definita da appositi provvedimenti legislativi e non dalla legislazione generale per il pubblico impiego.
Con la legge Moratti (anno 2005) è stata definita l’età pensionabile dei professori universitari a 70 anni. Negli ultimi venti anni si è assistita ad una riduzione del corpo docente complessivo di ruolo a tempo indeterminato di circa 15/20 punti percentuali: ciò ha reso difficoltosa da parte degli Atenei il mantenimento della offerta formativa.
A partire dall’anno 2011 è stata approvata la Riforma Monti-Fornero: l’allora Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha introdotto una serie di misure di taglio della spesa pubblica e di aumento delle entrate tramite l’incremento delle aliquote contributive pensionistiche di finanziamento. La Riforma Fornero ha previsto un sistema di calcolo contributivo nella costruzione dell’assegno previdenziale. Con questa legge, che ha interessato la pensione dei Docenti e dei Ricercatori universitari, l’assegno pensionistico viene stimato in base a quanti contributi il lavoratore ha versato durante la sua vita professionale e non in base alle retribuzioni ricevute.
L’introduzione della Riforma Fornero nel mondo accademico ha scatenato numerose critiche e ha revisionato i requisiti e le modalità di computo della pensione docenti universitari e ricercatori.
Il calcolo della pensione avviene sulla base degli anni di lavoro: ciò ha alzato notevolmente l’età pensionistica. Questa legge prevede un minimo di 20 anni di anzianità contributiva e di 66 anni di età per le donne e per gli uomini.
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Calcolo Pensione Docenti Universitari e Ricercatori: i sistemi di computo
I Docenti universitari di ruolo con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 hanno diritto a una pensione il cui calcolo si basa sul sistema “misto”. L’importo del trattamento pensionistico può variare dal 54% all’87% dell’ultima retribuzione percepita durante la vita professionale.
Cosa succede agli assunti in ruolo dopo il primo gennaio 1996? l Il calcolo della pensione dei docenti universitari entrati in ruolo dopo il primo gennaio 1996 si basa unicamente sul sistema contributivo. Il trattamento pensionistico è pari al 54%-55% dell’ultimo stipendio percepito.
Per quanto riguarda la buonuscita, la situazione dei docenti e dei ricercatori universitari di ruolo che cessano l’attività lavorativa è equiparabile a quella dei lavoratori del settore privato. Le buonuscite di entità compresa tra i 90 mila e i 150.000 vengono erogate con un anno di ritardo rispetto all’effettivo inizio del periodo previdenziale.
Pensione docenti universitari: esempio di calcolo dal lordo al netto
Per una stima dell’importo della pensione docenti universitari è necessario conoscere questi tre parametri:
- l’età della pensione;
- il montante contributivo, ovvero il numero di contributi versati nell’intera vita lavorativa. Tale estratto conto contributivo può essere consultato tramite i servizi online INPS o Contact center;
- i coefficienti di trasformazione applicati al montante individuale in base all’età in cui si va in pensione.
Per passare dal montante contributivo individuale alla rendita pensionistica bisogna moltiplicare il montante contributivo complessivo per il coefficiente di trasformazione e dividere tale importo per tredici mensilità. Ciò consente di ottenere la pensione lorda mensile.
Per calcolare la pensione netta è necessario sottrarre dal lordo le tasse, ovvero l’imposta IRPEF in base allo scaglione di reddito e addizionali comunali e regionali. Inoltre, si deve tenere conto anche delle detrazioni fiscali spettanti.