Come si calcola la pensione per i commercianti?
Scopriamo quali sono le caratteristiche per calcolare la misura della pensione per i lavoratori iscritti alla gestione dei commercianti ed artigiani. I lavoratori iscritti alla gestione speciale sono stati oggetto della riforma dell’anno 2011, che ha revisionato il sistema di computo dell’assegno previdenziale.
Il sistema di calcolo del trattamento previdenziale è diviso tra sistema retributivo e contributivo a seconda dell’anzianità contributiva in possesso al 31 dicembre 1995.
Nel caso in cui il lavoratore sia in possesso di meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 viene applicato il sistema retributivo. La parte restante della pensione viene determinata con il sistema di calcolo contributivo. Scopriamo in questa guida come si calcola l’assegno pensionistico dei commercianti.
Gestione commercianti
Il fondo pensione per i commercianti è una gestione speciale INPS per i lavoratori autonomi a cui devono essere iscritti gli imprenditori commercianti.
È considerato commerciante il titolare di un’impresa che opera nel settore del commercio, terziario e turismo e che sia organizzata prevalentemente con lavoro proprio ed eventualmente dei componenti della propria famiglia.
Calcolo pensione commercianti
La pensione di vecchiaia può essere conseguita dai commercianti a 67 anni (sia uomini che donne) unitamente ad un’anzianità contributiva di 20 anni. La pensione anticipata può essere raggiunta con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e con 41 anni e 10 mesi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica.
Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 può ritirarsi dal mercato occupazionale una volta compiuti i 64 anni d’età e 20 anni di contributi effettivi, a condizione che l’assegno non sia inferiore a 1.288 euro al mese. Inoltre, è possibile ritirarsi a 71 anni di età a condizione che si abbia versato un minimo di 5 anni di contribuzione effettiva.
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Metodo retributivo
Con il metodo retributivo la pensione del commerciante va divisa in due quote. La prima quota (Quota A) è calcolata sulle anzianità maturate al 31 dicembre 1992. La Quota A si basa sulla media degli ultimi dieci anni dei redditi dichiarati ai fini fiscali prima della decorrenza della pensione e rivalutati per l’indice dei prezzi al consumo.
La seconda quota (Quota B) è determinata sulle anzianità contributive dal primo gennaio 1993 fino al 31 dicembre 1995 o al 31 dicembre 2011 a seconda dei casi. La Quota B si basa sulla media degli ultimi quindici anni dei redditi dichiarati ai fini fiscali dal lavoratore rivalutati per l’indice dei prezzi al consumo maggiorato di un punto percentuale.
Metodo contributivo
La quota contributiva della pensione viene computata con le regole introdotte dalla Legge 335/1995. È necessario moltiplicare il reddito prodotto per l’aliquota di computo (24%) determinando il montante contributivo accantonato a fini previdenziali. Il montante viene rivalutato annualmente sulla base dell’evoluzione del PIL.
All’uscita dal mercato occupazionale, il montante contributivo rivalutato viene convertito in pensione mediante l’utilizzo di una serie di coefficienti di trasformazione, che variano a seconda dell’età del lavoratore prossimo all’uscita dal mercato del lavoro.
Pensione di reversibilità commercianti
La pensione di reversibilità, ovvero il pagamento al coniuge o ai familiari del pensionato in caso di suo decesso, è pari:
- al 60% per il coniuge, ma tale percentuale sale all’80% se c’è un figlio a carico e al 100% in presenza di due o più figli;
- se il superstite è un figlio, la quota di reversibilità è pari al 70%, che sale all’80% se i figli sono 2 o al 100% in presenza di almeno 3 figli.
In caso di altro reddito del superstite, la pensione di reversibilità subisce decurtazioni.