La pensione per gli architetti, che lavorano come Liberi Professionisti e che abbiano una Partita IVA, viene erogata da diversi Enti di Previdenza, tra cui l’INPS, l’INAIL o INARCASSA (la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Professionale degli Architetti).
Il calcolo dell’importo da versare dipende dal reddito percepito e dal sistema di previdenza applicato all’architetto. Ad esempio, se l’architetto decide di aderire al sistema di previdenza obbligatoria, dovrà pagare una percentuale del proprio reddito in base alle regole stabilite dall’INPS.
Se, invece, decide di iscriversi a una forma di previdenza complementare come la Cassa Nazionale degli Architetti, dovrà pagare una quota fissa in base agli accordi stipulati.
Inoltre, gli architetti possono optare per una pensione integrativa soggetta ad un regime fiscale agevolato, versando contributi volontari e non cogenti.
Pensione Architetti: cos’è INARCASSA?
INARCASSA è l’ente previdenziale di categoria per ingegneri e architetti, al quale dovrà iscriversi chiunque abbia intenzione di esercitare la libera professione e non goda di nessun’altra copertura assicurativa. Questo ente previdenziale eroga una serie di trattamenti dei quali possono beneficiare gli Architetti che lavorano come Liberi Professionisti con Partita IVA. Questo Ente di Previdenza è aperto a tutti gli iscritti all’Ordine degli Architetti di tutta Italia ed eroga a favore degli stessi una serie di trattamenti qui di seguito illustrati.
Le principali prestazioni erogate da INARCASSA sono:
- Pensione di vecchiaia unificata ordinaria
- Pensione di vecchiaia unificata anticipata
- Pensione di vecchiaia unificata posticipata
Vediamole in maniera più approfondita.
Pensione di vecchiaia unificata ordinaria
La Pensione di vecchiaia unificata ordinaria ha sostituito le precedenti pensioni di vecchiaia, di anzianità e contributiva a partire dal primo gennaio 2013. Si tratta di una prestazione previdenziale erogata a favore dei lavoratori che hanno maturato determinati requisiti anagrafici e contributivi:
- 34 anni di iscrizione e contribuzione;
- 66 anni e 3 mesi di età.
Per calcolare l’importo del trattamento previdenziale spettante è necessario considerare l’età del soggetto istante e il numero di contributi regolarmente versati. Per calcolare l’importo della pensione mensile, viene applicato un coefficiente di trasformazione che varia in base all’età anagrafica del richiedente. Inoltre, all’assegno previdenziale erogato può essere applicata la maggiorazione del 5%, se si soddisfano determinati requisiti reddituali. L’importo della pensione può variare in relazione al numero dei periodi contributivi effettivamente versati ed alla percentuale di contribuzione effettuata.
Pensione di vecchiaia unificata anticipata
In linea con la riforma INPS che prevede misure di anticipo previdenziale, gli iscritti ad INARCASSA possono richiedere la pensione anticipata. La Pensione di Vecchiaia Unificata Anticipata è un’importante forma di previdenza destinata agli architetti, che gli consente accedere ai trattamenti pensionistici prima di aver compiuto l’età prevista per accedere alla pensione di vecchiaia. Per accedere a questa misura previdenziale anticipata è necessario rispettare determinati requisiti: 63 anni e 3 mesi di età, a patto che sia stata raggiunta l’anzianità contributiva minima prevista di 34 anni. Inoltre, non si deve essere titolari di altri trattamenti pensionistici diretti o indiretti.
Il calcolo del trattamento previdenziale anticipato si basa su una formula complessa che tiene conto dell’anzianità contributiva e del Reddito Annuo Lordo (RAL). Per determinare l’importo preciso della pensione anticipata spettante, è necessario verificare la propria posizione contributiva accedendo al Cruscotto Previdenziale reperibile collegandosi al sito istituzionale. Il cruscotto consente al professionista di conoscere la sua posizione previdenziale: anzianità di iscrizione, anzianità utile alla pensione, situazione contabile, traguardi pensionistici, montante contributivo. L’Estratto Conto Previdenziale permette di capire come si costruisce la propria pensione sia in termine di anzianità che di contributi.
La Pensione di Vecchiaia Unificata Anticipata per gli Architetti prevede un periodo transitorio durante il quale gli assegni erogati agli iscritti non possono superare i limiti previsti dalla normativa vigente. Per il corrente anno non è possibile vedersi erogato un assegno previdenziale di importo superiore a 2.839,67 euro mensili. Si tratta di una sorta di assegno “ponte” che viene erogato fino alla maturazione dei requisiti necessari per vedersi erogata la pensione di vecchiaia. Durante questo periodo di transizione è prevista una penalizzazione del 15,48% sull’importo spettante e, inoltre, l’Architetto Professionista può continuare a svolgere prestazioni di lavoro occasionale che non eccedano i 5000 euro all’anno. Per usufruire del trattamento è necessario versare un contributo aggiuntivo pari al 2% della retribuzione annua lorda. Nel momento in cui si raggiungerà l’età pensionabile ordinaria, l’importo della pensione sarà automaticamente ricalcolato.
Pensione di vecchiaia unificata posticipata
La Pensione di vecchiaia unificata posticipata è una forma di pensione erogata ai professionisti iscritti all’Ordine degli Architetti, che maturano determinati requisiti anagrafici e contributivi. Questo trattamento previdenziale consente agli architetti di differire l’accesso alla pensione. La normativavigente prevede la possibilità di posticipare il momento di ritirarsi dal mercato occupazionale. I requisiti necessari sono: 70 anni e 3 mesi di età senza limiti contributivi minimi da rispettare.
Pensione Architetti: Regime di totalizzazione e di cumulo
Nel caso in cui un Architetto possieda contributi previdenziali in gestioni differenti, potrà accedere alla pensione in regime di totalizzazione dei contributi, ovvero sommando quelli che sono stati i versamenti dei diversi fondi. Per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario aver compiuto 66 anni di età, aver maturato 20 anni di contributi complessivi maturati in casse previdenziali diverse e una finestra di 18 mensilità. La pensione viene calcolata:
- con il sistema pro-rata sino al 31 dicembre 2012,
- con il sistema contributivo dal 2013 in poi.
La pensione può essere ottenuta anche con il regime di cumulo nel caso in cui si vogliano sommare i contributi presenti su gestioni differenti. In questo caso è necessario aver compiuto 67 anni di età (per gli archetti uomini e per le donne) ed aver versato almeno 20 anni di contributi complessivi. Nel caso di pensione anticipata in regime di cumulo è necessario aver maturato:
- un minimo di 42 anni e 10 mesi di contributi non coincidenti per gli architetti uomini;
- un minimo di 41 anni e 10 mesi per gli architetti donne.
Simula la tua pensone
⌨️ Calcola gratis la tua pensione
Pensione architetti: come si calcola?
Per calcolare il trattamento previdenziale spettante gli iscritti devono tenere conto della loro retribuzione annua media e dell’età prevista per la pensione di vecchiaia. Il calcolo può essere effettuato direttamente dall’iscritto, che deve accedere a tutta la documentazione reperibile sul Cruscotto Previdenziale INARCASSA. Il calcolo della pensione spettante a ciascun architetto iscritto è basato sull’effettiva contribuzione versata nel corso dell’intera carriera professionale.
Inarcassa calcola la pensione in base alle retribuzioni effettivamente percepite dall’Architetto e al lasso di tempo in cui sono state pagate. La pensione Architetti viene calcolata come somma della contribuzione versata ed eventualmente rivalutata nel corso degli anni, più un incremento minimo stabilito dalla legge.
Per calcolare la pensione, gli architetti devono tener conto di alcuni parametri come l’età, i contributi versati nel corso degli anni e il coefficiente di trasformazione. Il calcolo della pensione è un processo complesso che deve tenere in considerazione le regole stabilite dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: si parte dal volume degli ultimi contributi versati nell’arco dell’ultimo quinquennio, per poi passare alla somma delle retribuzioni percepite negli ultimi 5 anni e calcolare la media.
Questa media viene moltiplicata per il coefficiente di trasformazione in base all’età dell’architetto: più si è vicini a 67 anni, maggiore sarà il coefficiente di trasformazione. Inoltre, bisogna tenere conto della quota cedibile al coniuge o a eventuali figli superstiti.
Calcolo Pensione Architetti: Esempio
Il calcolo della pensione è basato sull’aliquota contributiva in vigente nel momento in cui si è versato il contributo, che può variare da un minimo del 4% ad un massimo del 33%. Il montante contributivo dipende anche dall’età di cessazione dell’attività professionale e dal periodo trascorso prima di aver raggiunto l’età pensionabile.
Ad esempio, consideriamo il caso di un architetto che abbia maturato 20 anni di contributi prima di aver compiuto i 67 anni. In questo caso, il calcolo della pensione sarà basato sull’aliquota contributiva in vigore al momento in cui sono stati versati i contributi (4%). Il montante contributivo spettante è pari a circa 14.500 euro.
Supplemento di pensione per Architetto: cos’è?
Un architetto in pensione può esercitare? La risposta è affermativa: in questo caso il Professionista avrà anche diritto a un supplemento di pensione ogni 5 anni in più di iscrizione e contribuzione.
Tale diritto:
- si acquisisce al compimento dell’ulteriore quinquennio di iscrizione e contribuzione dalla data del pensionamento o del precedente supplemento di pensione,
- risulta reversibile ai superstiti,
- decorre dal primo giorno del mese successivo al compimento dei 5 anni.
Pensione Architetti: come presentare la domanda?
La domanda di pensione può essere compilata dalla propria area riservata su Inarcassa On Line (iOL) – nella sezione “Domande e certificati” alla voce “Domande” – a partire dai 60 giorni precedenti la maturazione dei requisiti. La domanda di pensione può essere revocata fino alla notifica di liquidazione del trattamento pensionistico. La domanda di pensione decade in presenza di inadempimenti dichiarativi o contributivi non sanati entro 180 giorni dalla richiesta di regolarizzazione.