Un tempo costruire la pensione per i figli ancora piccoli o magari intenti allo studio poteva apparire alla stregua di vera e propria eccentricità. Per chi si trovava nella prima fase della propria vita la cosa realmente importante era formarsi un’istruzione o competenze che lo avrebbero poi aiutato a trovare un lavoro e a costruirsi una carriera.
Una situazione tipica del boom economico e dei decenni successivi la quale, però, ormai appare alla stregua di un miraggio. La vera e propria rivoluzione che ha interessato il mondo del lavoro e la ridefinizione del sistema previdenziale italiano, infatti, hanno costretto molte famiglie a prendere in considerazione per tempo il problema della pensione di figli e nipoti.
La risposta ideale a questa nuova esigenza è stata ben presto individuata nei fondi pensione, ovvero gli strumenti di accumulo del capitale i quali rappresentano a tutti gli effetti la seconda gamba su cui si regge il sistema previdenziale del nostro Paese.
Una seconda gamba introdotta dalla riforma Dini, che si sta rivelando sempre più importante nell’ottica di un’entrata aggiuntiva a quelle pensioni pubbliche che si preannunciano sempre più magre. Andiamo quindi a vedere più da vicino di cosa si tratti e perché anche tu, se hai figli cui intendi costruire le basi per un futuro sereno, dovresti prendere in considerazione un’ipotesi di questo genere.
Fondi pensione per minorenni: di cosa si tratta e come funzionano
Come abbiamo già ricordato, iniziare a pensare al futuro dei figli, anche quando sono piccoli, è un’esigenza che si va affermando con sempre maggiore forza. A imporla sono i tanti mutamenti intercorsi nella nostra vita di tutti i giorni. A partire da quella in atto nel mondo del lavoro, ove la flessibilità troppo spesso si va a convertire in precarietà. Può quindi accadere che chi trova un’occupazione si ritrovi in un dato momento espulso dalla vita produttiva. Una situazione che è sempre più frequente, in particolare dopo l’approvazione del Jobs Act di Matteo Renzi, il quale ha in pratica tolto di mezzo l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che impediva il licenziamento senza giusta causa, anche se soltanto nel settore privato.
Può quindi accadere che un lavoratore passi da un lavoro all’altro, con intervalli più o meno brevi in cui non può versare contributi. Una situazione che potrebbe rendere ancora più leggera una pensione la quale, dopo il passaggio del sistema previdenziale dal modello retributivo a quello contributivo, si prefigura molto più leggera rispetto a quelle di un tempo.
Di fronte a questa evoluzione, per molte famiglie si è reso obbligatorio guardarsi intorno alla ricerca di soluzioni praticabili. Come, appunto, i fondi pensione, ovvero quelli che permettono ai lavoratori di costruirsi una seconda fonte di reddito da aggiungere alla pensione pubblica erogata dall’INPS.
Occorre sottolineare, infatti, che questi strumenti di accumulo del capitale non sono riservati esclusivamente ai lavoratori. Al contrario, chi vuole può versare contributi anche per i figli a carico. Per poterlo fare deve però rispettare una serie di condizioni ben precise. Tra di esse, in particolare:
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- il minore deve essere a carico del contraente principale del fondo pensione;
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- deve pesare per un reddito complessivo inferiore ai 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili, un importo che sale a 4mila euro nell’evenienza che il beneficiario del fondo abbia un’età inferiore ai 24 anni.
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Rispettati questi due parametri, chiunque intenda iniziare a costruire il futuro dei propri figli può attivare una posizione all’interno del fondo pensione a favore degli stessi. A farlo sono sempre più persone, spinte in tal senso dalle considerazioni che abbiamo ricordato e dal desiderio di aiutare per quanto possibile i figli a porre le basi per una vita meno complicata possibile.
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Fondi pensione per minorenni: quali sono i vantaggi?
Naturalmente, prima di apporre la tua firma su un contratto che prevede il versamento di contributi destinati a costruire un futuro meno impervio per tuo figlio, dovresti esaminare con grande attenzione i vantaggi che tale decisione è in grado di garantirti.
Il primo e più evidente dei quali è quello relativo all’aspetto fiscale. Anche in questo caso, infatti, chi versa contributi in un fondo pensione a favore dei propri figli può godere della deducibilità degli importi in questione sulla dichiarazione dei redditi, sino ad un massimo di 5.165,57 euro all’anno. Ciò vuol dire che viene ad essere ridotto l’imponibile IRPEF, ovvero il dato su cui ogni contribuente deve pagare le tasse. Un vantaggio che si sente immediatamente sulla busta paga, in quanto comporta un aumento del netto corrisposto dal datore di lavoro.
Occorre peraltro sottolineare che la deducibilità del fondo pensione per i figli è valido anche se avviene a carico per metà con l’altro genitore. Il limite ricordato è cumulativo, agendo di conseguenza complessivamente su quanto è stato immesso eventualmente nel proprio fondo pensione e in quello del minore a carico. Nel caso in cui tale soglia venga ad essere oltrepassata, basta rivolgersi al gestore del fondo, rendendo possibile per i contributi non dedotti il godimento della completa esclusione dalla tassazione.
Altro vantaggio evidente del fondo pensione per i minorenni è dato dal fatto che iscrivendoli presto, possono maturare facilmente gli otto anni necessari per poter chiedere un anticipo di quanto maturato. Mettiamo che tuo figlio arrivato a 18 anni abbia bisogno di liquidità per affrontare l’impegno universitario, l’aver iniziato presto a contribuire a suo favore gli permette di chiedere un anticipo del 30% da destinare allo studio, senza dover andare a intaccare il bilancio familiare. O, magari, se prima dei 35 anni gli venisse in mente di approfittare delle agevolazioni previste a favore dei giovani per l’acquisto di una prima casa, potrà fare leva sul 75% previsto per questa particolare casistica.
Non finisce però qui, il discorso collegato ai vantaggi connessi ad un fondo pensione per minorenni. Si pensi ad esempio al fatto che se l’aliquota fiscale per gli iscritti normali al fondo pensione si attesta al 15%, risultando di conseguenza già agevolata in partenza a fronte di quelle IRPEF, a partire dal quindicesimo anno di iscrizione inizia a diminuire di uno 0,30% annuo, potendo flettere sino al minimo previsto del 9%. Non stupisce, di conseguenza, il crescente successo dell’idea di una pensione integrativa a favore dei propri figli, anche nel nostro Paese.
Il fondo pensione per i nipoti
Sinora abbiamo parlato dei fondi pensione collegati ai figli a carico. Per i più giovani, però, la previdenza integrativa è in grado di proporre altre casistiche da prendere in considerazione. La prima è quella rappresentata dal fondo pensione per i nipoti, che nonostante non siano fiscalmente a carico dei nonni possono da questi essere iscritti con la sicurezza di agevolare il loro cammino.
Se non è possibile quindi dedurre i contributi dalla dichiarazione IRPEF, è però praticabile la strada della detassazione integrale. In pratica, ogni anno l’interessato potrà comunicare al gestore del fondo pensione che gli importi delle contribuzioni non sono stati dedotti, senza che tale vantaggio venga disperso. Anzi, potrà essere recuperato in fase di erogazione, poiché dal momento in cui il nipote farà il suo debutto nel mondo del lavoro, diventerà possibile anche iniziare a risparmiare sulle imposte IRPEF di quanto versato in precedenza, sempre con un tetto annuo fissato a 5.164,57 euro annui, rientrando a pieno titolo nel trattamento fiscale dedicato agli aderenti della previdenza complementare.
Anche i figli non a carico possono avere un fondo pensione
Sinora abbiamo parlato di minori, ovvero i figli a carico. C’è però un’altra categoria di figli che necessita spesso di un aiuto da parte dei genitori. Stiamo parlando dei giovani i quali hanno appena intrapreso la strada del lavoro, chiamati a scontrarsi con un mondo del lavoro sempre più concorrenziale e flessibile, ai limiti della precarietà. Persone che non risultano più a carico dei genitori, trovandosi al contempo a scontrarsi con una lunga serie di problemi.
La vera e propria rivoluzione che ha interessato il mondo del lavoro in Italia negli anni anni a cavallo del millennio, ha avuto la sua manifestazione più evidente con il Jobs Act, la riforma voluta da Matteo Renzi. Una riforma che ha in pratica eliminato il posto fisso, almeno nel settore privato, togliendo di mezzo l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che proibiva il licenziamento senza giusta causa. Un provvedimento che ha dato la stura a grandi polemiche, soprattutto in un Paese come il nostro, ove la disoccupazione giovanile viaggia su livelli largamente superiori al resto dell’eurozona.
Se l’intento era quello di togliere i lacci che ingessavano il lavoro in Italia, il risultato è stato pagato proprio dai più giovani, costretti ora a carriere spesso discontinue. Talmente discontinue da mettere in pericolo la possibilità di avere una pensione dignitosa, spingendo molto spesso i genitori ad intervenire a loro sostegno.
Anche in questo caso la soluzione ideale è stata trovata da molti nei fondi pensione, in ragione dei vantaggi fiscali che gli stessi mettono a disposizione dei propri aderenti. Una considerazione che sta favorendo anche l’ipotesi di una seconda fonte di entrata a favore dei figli non a carico.
Il fondo pensione rappresenta sempre più uno strumento in grado di proteggere figli e nipoti
Com’è noto, il welfare in Italia è praticamente inesistente, o quasi. In conseguenza di ciò è proprio la famiglia ad assumere sempre più il ruolo di vero e proprio ammortizzatore sociale. Il fondo pensione è un esempio sempre più visibile di questa situazione, tanto da essere visto da molti nuclei familiari come uno strumento ideale per iniziare a porre solide fondamenta al futuro di figli e nipoti.
Quanto viene riversato al loro interno, infatti, può contribuire a stendere una vera e propria rete di salvataggio a loro favore. In particolare, nei seguenti modi:
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- mettendo a frutto la possibilità di chiedere un anticipo su quanto maturato, che può raggiungere il 75% dopo otto anni di contribuzioni nel caso si intenda finanziare l’acquisto della prima casa da parte di un giovane, intenzionato magari a sfruttare le agevolazioni previste nel nostro Paese per le coppie in cui almeno uno dei componenti abbia meno di 35 anni;
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- esercitando tale diritto per chiedere un anticipo pari al 30% senza alcuna necessità di dover fornire spiegazioni, magari al fine di finanziare un master o un viaggio di formazione all’estero a favore di figli o nipoti;
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- permettendo agli eredi legittimi di riscattare quanto maturato in caso di morte prematura del contraente principale nella fase di accumulo.
Si tratta di caratteristiche che, se sono in grado di destare interesse da parte dei lavoratori, possono risultare ancora più interessanti agli occhi delle famiglie, preoccupate per una vita che si sta rivelando sempre più complicata per i giovani. La pensione integrativa è lo strumento cui ormai molte famiglie affidano il compito di aiutare anche i propri figli a trovare più agevolmente la propria strada. Una funzione che ha permesso alle pensioni integrative di conseguire un successo sempre più visibile, come attestano del resto i dati disponibili. Se condividi queste preoccupazioni per i tuoi figli, dovresti anche tu prendere in considerazione l’idea di un fondo pensione per minorenni. Sul mercato sono presenti decine di proposte in grado di venire incontro alle tue esigenze. La cosa realmente importante è pensarci per tempo, in modo da individuare quella in grado di rivelarsi realmente utile.