In Italia vengono riconosciute diverse classe di lavori tenendo conto del settore in cui si opera, della gestione fiscale e di tanti altri aspetti. La principale differenza è quella tra lavoratore dipendente e un libero professionista / lavoratore autonomo.
In particolare, la questione riguarda la gestione dei contributi e di conseguenza le regole per l’accesso al sistema previdenziale.
Per quanti lavorano utilizzando la partita IVA ossia liberi professionisti e lavoratori autonomi, ci sono diverse incognite riguardanti il sistema previdenziale obbligatorio, sia per quanto concerne l’entità della prestazione mensile sia per le modalità di accesso. Se sei un titolare di una partita IVA saprai certamente di non poter contare su un datore di lavoro che ti versa i contributi. Infatti, periodicamente devi occuparti di versare all’INPS oppure alla Cassa del tuo albo professionale, i contributi necessari per poter contare un giorno su una pensione.
Se vuoi saperne di più sul meccanismo che consente a un libero professionista di gestire il sistema previdenziale e di affiancare anche un fondo pensione, mettiti comodo e leggi questo articolo.
Il sistema previdenziale per i liberi professionisti
Il sistema previdenziale italiano previsto per i liberi professionisti e i lavoratori autonomi dotati di partita IVA è soltanto all’apparenza uguale a quello proposto per dipendenti pubblici e privati. Innanzitutto bisogna fare un distinguo rispetto a tre tipologie di interlocutori:
- i professionisti iscritti all’albo professionale di propria competenza
- i lavoratori autonomi senza una cassa previdenziale
- gli imprenditori
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#1 La pensione per i professionisti iscritti all’albo
Tutti i liberi professionisti dotati di partita IVA come avvocati, ingegneri e commercialisti, hanno l’obbligo, per poter esercitare la loro professione, di iscriversi all’albo e alla cassa pensionistica della relativa categoria. In alternativa c’è anche la possibilità di iscriversi a un ente autonomo per gestire tutto quello che riguarda il sistema previdenziale e assistenziale.
Il meccanismo prevede che i professionisti debbano versare periodicamente i contributi calcolati in base al reddito dichiarato tramite gli appositi modelli imposti dalla Legge.
Questo meccanismo è a ripartizione perché le prestazioni pensionistiche vengono erogate dalla Cassa grazie ai contributi che nel frattempo versano i professionisti in attività. C’è da sottolineare che non esiste una normativa generale per tutte le varie casse ma ogni specifica categoria prevede paletti differenti che riguardano l’età minima pensionabile, i requisiti e l’ammontare della contribuzione che dovrai versare secondo la periodicità prevista.
#2 Il sistema pensionistico per i lavoratori autonomi privi di Cassa
Secondo le attuali normative se sei un lavoratore autonomo senza cassa previdenziale devi necessariamente iscriverti alla Gestione Separata INPS. In particolare, la legge prevede che tu possa accedere al sistema pensionistico nel momento in cui raggiungi i 67 anni di età e un minimo di 20 anni di contributi.
Questi paletti sono fissati sia per gli uomini che per le donne. Se invece vuoi accedere alla pensione anticipata, devi avere alle spalle 42 anni e 10 mesi di contribuzione se sei un uomo oppure 41 anni e 10 mesi di contribuzione se sei una donna. In aggiunta, tutti gli iscritti alla gestione separata possono andare in pensione al raggiungimento della cosiddetta quota 102 ossia 64 anni di età e 38 anni di contributi versati. Come certamente saprai l’entità dei contributi che devi versare è calcolata in base al reddito e all’aliquota di riferimento. In questo momento sono così ripartite le aliquote
- 35,03% se sei un collaboratore e una figura assimilata non assicurata presso altre forme pensionistiche obbligatorie
- 33,72% per la medesima situazione ma con la differenza che non sia prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL
- 26,3% se sei un professionista non assicurato presso altre forme pensionistiche obbligatorie
– 24% se sei un professionista oppure un collaboratore provvisto di altra tutela pensionistica obbligatoria
#3 Gli imprenditori individuali
Se sei un imprenditore individuale devi gestire la tua contribuzione per accedere un giorno al sistema previdenziale iscrivendoti alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS.
Sono previste delle differenti aliquote per il calcolo dei contributi e in particolare, se hai un reddito che arriva fino a 47.143,00 euro l’aliquota è del 24% se sei un artigiano e del 24,09% se sei un commerciante. L’aliquota si alza rispettivamente per gli artigiani al 25% e per il commerciante al 25,09%, se il reddito supera la soglia di 47.143, 00 euro.
Tuttavia è previsto anche un contributo minimo calcolato rispetto a un reddito ipotetico di 15.878,00 euro. Facendo due rapidi calcoli significa che se sei un artigiano c’è un contributo minimo da versare di 818,16 euro e invece se sei un commerciante di 832,45 euro. Ti ricordiamo, inoltre, che per quanto riguarda l’accesso al sistema pensionistico sono previsti i medesimi requisiti evidenziati per il caso di professionisti iscritti alla gestione separata INPS.
Come funzionano i fondi pensione per i liberi professionisti
Come avrai potuto capire dal meccanismo che regola il sistema previdenziale obbligatorio, i liberi professionisti e i lavoratori autonomi tendenzialmente si ritrovano a dover andare in pensione più tardi e ricevere un importo mensile decisamente più basso.
Per colmare questo gap una possibile soluzione è quella di valutare la sottoscrizione di un fondo pensione per disporre di un assegno complementare. In questo modo potrai disporre di numerosi benefici e vantaggi che ti permetteranno di organizzare meglio il tuo futuro, assicurando per te stesso e per la tua famiglia una qualità di vita migliore.
Innanzitutto, scegliendo questa forma integrativa di pensione puoi decidere in totale libertà, quanto versare e soprattutto con quali tempistiche. In aggiunta puoi sospendere in qualsiasi momento i versamenti e pensare anche di ottenere il riscatto anticipato, salvo gli specifici vincoli previsti dal fondo di pensione che hai sottoscritto per cui leggi bene il contratto prima di firmare.
Potrai ridurre il gap, quindi vivere più serenamente e inoltre la tassazione dei rendimenti e sul pagamento della pensione complementare è al 15% e diminuisce ogni anno di uno 0,3%, fino a raggiungere quota 9% dopo 36 anni. Questo non è tutto perché in sede di dichiarazione dei redditi puoi portare in detrazione i contributi versati fino a un massimo di 5.164,57 euro. Valuta bene la tua posizione tenendo ben presente che in linea generale i titolari di partita IVA rispetto a un lavoratore dipendente percepiscono un assegno medio mensile per la pensione obbligatoria che va tra il 30 e il 45% dell’ultimo stipendio percepito. Insomma, una pensione decisamente più bassa che però puoi integrare con i fondi pensione.