Il sistema misto deriva dalla combinazione del sistema contributivo e retributivo. Per comprendere il funzionamento e le logiche alla base del calcolo della pensione sul sistema misto, è necessario fare chiarezza su come funzioni il sistema retributivo e quello contributivo.
Il calcolo della pensione si effettua con tre diversi metodi: quale differenza intercorre tra il sistema retributivo, contributivo e misto? Quando si applicano? Secondo quando previsto dalla riforma Dini e dalla riforma Fornero determinante è la data di inizio dell’attività lavorativa. Facciamo il punto sul funzionamento del sistema misto.
Calcolo pensione: le regole nell’ordinamento italiano
Nel nostro ordinamento ci sono diverse regole per procedere al calcolo della pensione, le quali sono connesse alla metodologia di computo che viene adoperata (sistema contributivo, misto e retributivo). Affinchè una persona possa andare in pensione è necessario che sia in possesso di determinati requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla normativa. È possibile sostenere che il quadro normativo legato alla riforma previdenziale presenti regole di difficile comprensione e spesso contradditorie tra loro.
Le variabili che contribuiscono a determinare il computo dell’assegno pensionistico nel sistema nazionale sono molteplici:
- il montante contributivo in possesso del lavoratore,
- quanti di questi contributi sono stati versati nel periodo antecedente il 1° gennaio 1996,
- quanti di questi contributi sono stati versati nel periodo successivo al 1° gennaio 1996,
- la variabile anagrafica in possesso al momento dell’uscita dal mondo del lavoro,
- l’ammontare della retribuzione percepita negli ultimi 10 anni.
Il metodo di computo della pensione è stato oggetto di importanti modifiche legislative per mezzo della riforma Dini (Legge 8 agosto 1995 n. 335) che ha previsto tre metodi che si differenziano in base all’anzianità contributiva maturata fino al 31 dicembre 1995.
La riforma Dini ha identificato tre casi:
- lavoratori con almeno 18 anni di contributi maturati fino al 31 dicembre 1995. In questo caso viene applicato il sistema di calcolo retributivo, più conveniente perché basato sulla media degli stipendi degli ultimi anni di carriera,
- lavoratori con meno di 18 anni di contributi maturati al 31 dicembre 1995 e a cui è applicato il sistema di calcolo misto, retributivo fino al 1995 e contributivo per i periodi di attività successivi,
- lavoratori assunti dopo il 1° gennaio 1996. In questo caso trova applicazione il sistema di calcolo contributivo.
A partire dal 1° gennaio 2012 la riforma Monti Fornero ha previsto l’estensione del computo contributivo a tutti i lavoratori.
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Calcolo pensione: come funziona il sistema misto
Conosciuto anche come metodo pro-rata, il sistema misto deriva dalla combinazione tra il metodo contributivo ed il metodo retributivo. Tale sistema misto trova applicazione a tutti coloro che fino alla fine dell’anno 1995 hanno versato meno di 18 anni di contributi previdenziali e a tutti coloro che al 31 dicembre 1995 hanno un’anzianità contributiva pari o maggiore a 18 anni. Il lavoratore che fino alla fine del 1995 ha un montante contributivo di meno di 18 anni di contributi previdenziali, questi avrà diritto a percepire un assegno previdenziale calcolato con il sistema retributivo fino al 31 dicembre 1995 e con il sistema contributivo per il periodo successivo.
Nel caso di lavoratore con un’anzianità contributiva pari o superiore a 18 anni, la pensione sarà computata con il sistema retributivo fino alla fine dell’anno 2011 e con il sistema contributivo dal primo gennaio 2012.
Secondo gli esperti di welfare, il sistema misto è un metodo vantaggioso che può generare una rata previdenziale mensile più elevata pari a 25 e 30 punti percentuali di quella calcolata con il metodo esclusivamente contributivo.