Come si calcola la pensione per chi lavora con il contratto di lavoro part time? Chi lavora con un contratto di lavoro part time rischia di dover lavorare più anni per poter accedere all’assegno previdenziale Inps.
Non sempre un anno di lavoro corrisponde ad un anno di contributi previdenziale per accedere al trattamento pensionistico. È il caso di chi lavora con il contratto di lavoro part time: in questo caso un anno di lavoro può valere molto meno di quanto si creda effettivamente. Ogni lavoratore pensa erroneamente che per andare in pensione si guardi al numero di anni di lavoro. Una settimana di lavoro non sempre corrisponde ad una settimana contributiva, specie nel caso di chi è assunto con contratto part time.
Scopriamo in questa guida come calcolare la pensione nel caso in cui si sia assunti con contratto di lavoro part time verticale e con contratto di lavoro part time orizzontale.
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Il rischio di lavorare con contratto di lavoro part time
Lavorare con contratto di lavoro part time nasconde diversi rischi ai fini del calcolo della pensione. Una settimana di lavoro part time non dà diritto al riconoscimento di una settimana contributiva. Conseguentemente alla fine dell’anno ci si ritroverà con un montante contributivo di importo inferiore rispetto a quelli attesi. Ciò avrà determinate conseguenze non solo sull’importo dell’assegno pensionistico futuro, ma anche per il raggiungimento del diritto alla pensione pensionistica.
Se una persona ha lavorato per 20 anni con contratto di lavoro part time, una volta effettuato l’estratto conto contributivo si renderà conto che i contributi accreditati non raggiungono i 20 anni richiesti. A meno che non decida di riscattare gli anni mancanti o la laurea, il lavoratore non potrà avere accesso alla pensione di vecchiaia. Il lavoro part time impatta sull’importo dell’assegno previdenziale futuro e sulla data di accesso alla pensione.
Pensione per chi lavora con contratto part time
Il contratto di lavoro part time o a tempo parziale è un contratto di lavoro subordinato caratterizzato da un orario di lavoro ridotto rispetto a quello ordinario. Con questo contratto di lavoro part time il lavoratore dipendente è chiamato a prestare l’attività lavorativa per un ammontare di ore inferiore rispetto a quello full time. Ciò comporta delle conseguenze sull’importo della busta paga, che è più basso di quello riconosciuto ai dipendenti assunti con contratto di lavoro full time.
La normativa del lavoro prevede due tipologie di contratto di lavoro part time: quello di tipo orizzontale e quello di tipo verticale. Il contratto di lavoro part time è quello di tipo orizzontale, ovvero quando la riduzione dell’orario di lavoro avviene su ogni singola giornata lavorativa. Un esempio è il contratto part time svolto da chi è impiegati quattro ore a giornata su un totale di 5 giorni a settimana.
L’altra tipologia di contratto part time è quella di tipo verticale: l’attività lavorativa quotidiana viene svolta full time per un periodo di tempo limitato. È considerato part time verticale quello svolto dal lavoratore che è impiegato per otto ore al giorno, ma solo per due settimane ogni mese. Ai fini previdenziali non intercorre alcuna differenza tra contratto part time verticale e orizzontale.
L’articolo 1, comma 350, della Legge n. 178 del 30 dicembre 2020, ha stabilito che
“il periodo di durata del contratto di lavoro a tempo parziale, che prevede che la prestazione lavorativa sia concentrata in determinati periodi, è riconosciuto per intero utile ai fini del raggiungimento dei requisiti di anzianità lavorativa per l’accesso al diritto alla pensione”.
L’accredito previdenziale “pieno” è riconosciuto quando la retribuzione settimanale percepita è almeno pari a 40 punti percentuali del trattamento minimo pensionistico in vigore al primo gennaio dell’anno di riferimento. L’accredito pensionistico non dipende dalle ore previste dal contratto di lavoro part time, ma dalla retribuzione percepita, la quale deve raggiungere una determinata soglia se si vuole che il periodo di lavoro a tempo parziale venga riconosciuto ai fini pensionistici.
Contratto di lavoro part time: quando il periodo di lavoro è interamente riconosciuto?
Per il comparto privato i periodi di lavoro part time vengono computati al pari di quelli espletati in full time, ma solo ad una condizione, ovvero quando viene rispettato il minimale Inps per il lavoro dipendente. Il valore annuo del trattamento minimo di pensione cambia ogni anno per effetto della perequazione monetaria delle pensioni. Conseguentemente la retribuzione minima è soggetta a variazione.
Nel caso in cui la retribuzione percepita sia inferiore al limite annuale previsto, il periodo lavorato come part time non verrà riconosciuto per intero. Dato che un anno di lavoro non corrisponderà a un anno di contributi, bisognerà fare questa proporzione:
Retribuzione minima settimanale : 52 (numero settimane in un anno) = Retribuzione settimanale percepita : X
Come incrementare i contributi per il lavoro part time?
La normativa stabilisce che si possa incrementare i contributi previdenziali riscattando gli anni di lavoro part time, oppure decidere di versare volontariamente l’altra parte di contributi previdenziali. Si tratta di due operazioni onerose, ma necessarie nel caso in cui non si riesca a raggiungere i contributi minimi per accedere all’assegno pensionistico.