La nona procedura di salvaguardia introdotta dalla Legge di Bilancio è un provvedimento normativo che consente ad alcuni lavoratori, i salvaguardati, di poter andare in pensione con i requisiti previsti dalla precedente riforma previdenziale. Il tema della pensione ai c.d. salvaguardati è un tema che ha un elevata rilevanza dal punto di vista sociale dal momento che la platea di questa categoria di lavoratori è piuttosto considerevole.
I salvaguardati sono coloro che, prossimi al perfezionamento dei requisiti previdenziali, sono stati licenziati alle aziende (pubbliche e private) in forza di intese raggiunte tra le parti sociali e si sono ritrovati privi di qualsiasi sostegno economico. In ogni caso, coloro che rientrano nella categoria di lavoratori salvaguardati e sono prossimi ad accedere all’assegno previdenziale, possono presentare istanza all’INPS.
Clausola di salvaguardia: cos’è?
La clausola di salvaguardia è un provvedimento normativo che consente ai salvaguardati la possibilità di andare in pensione con i requisiti precedenti alla Riforma Fornero. Dopo quattro anni di scontento da parte delle parti sociali a seguito dell’emanazione dell’Ottava clausola di salvaguardia, finalmente è stato riconosciuto il diritto previdenziale alle condizioni ante Riforma Fornero agli ultimi salvaguardati, precedentemente esclusi dai benefici.
L’ultima clausola di salvaguardia non ha previsto nuovi requisiti e non ha esteso la platea dei salvaguardati. Può essere considerato un atto di giustizia cogente dal momento che consente ai lavoratori salvaguardati, esclusi dall’ottava clausola di salvaguardia, di poter andare in pensione alle condizioni riconosciute ai lavoratori di altre categorie di pensionati salvaguardati.
La stesura di questo ultimo provvedimento normativo non sana la drammatica vicenda dell’ultima categoria di lavoratori esodati, in quanto non è stato riconosciuto il perfezionamento del requisito pensionistico entro il 2021. Sono ancora molti i lavoratori che sono rimasti senza reddito per anni. Due sono i torti subiti dai lavoratori salvaguardati: uno con la Riforma del 2011 ed uno con l’esclusione dall’Ottava Salvaguardia. Sono quattro gli anni di pensione, che non verrà mai rimborsata ai pensionati salvaguardati.
Chi sono i salvaguardati?
I salvaguardati sono quei lavoratori che hanno subito, retroattivamente, l’innalzamento dell’età pensionabile pur avendo già stipulato accordi di incentivo al prepensionamento o pur trovandosi a pochi anni dalla pensione di vecchiaia o anzianità contributiva. Con l’ultima clausola di salvaguardia si stima che si possa includere una platea di circa 2.400 lavoratori rimasti esclusi dalla tutela pensionistica in seguito alla Legge Fornero. Si tratta di una cifra che non consente di pareggiare i conti pubblici: gli esclusi in totale sarebbero ancora circa 4.500 stando alle stime INPS.
Salvaguardati: quali sono i requisiti necessari?
I nuovi requisiti previsti per accedere alla pensione di anzianità con il sistema delle quote per i lavoratori salvaguardati sono stati fissati dall’INPS. La Circolare n. 63 del 20 marzo 2015 ha comunicato i nuovi requisiti per la pensione di anzianità con le quote per i lavoratori salvaguardati. I requisiti hanno subito un aggiornamento a seguito dell’incremento legato alla speranza di vita.
Possono accedere al pensionamento anticipato i salvaguardati, che possono conseguire il diritto previdenziale solo se in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e:
- se lavoratori dipendenti pubblici e privati, di un’età anagrafica minima di 61 anni e 7 mesi, fermo restando il raggiungimento di quota 97,6;
- se lavoratori autonomi iscritti all’INPS, di un’età anagrafica minima di 62 anni e 7 mesi, fermo restando il raggiungimento di quota 98,6.
INPS ha predisposto il nuovo applicativo per gestire le domande dei lavoratori salvaguardati volto a verificare la maturazione del requisito pensionistico.
Lavoratrici salvaguardate e Opzione Donna
Sono circa 20mila le donne che non riusciranno più ad andare in pensione con la nuova Opzione donna, misura previdenziale prorogata dalla Manovra 2023. Per accedere a Opzione Donna è necessario rispettare determinati requisiti:
- assistere, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità,
- essere invalide almeno al 74%;
- essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.
Inoltre, è necessario aver maturato almeno 35 anni di contributi previdenziali. Si può andare in pensione anticipata a 60 anni, a 59 anni se si ha un figlio o a 58 anni se si hanno almeno due figli. L’assegno previdenziale viene calcolato con il sistema contributivo e il taglio dell’assegno può arrivare anche al 30%.
Ape Sociale per i salvaguardati?
Con la Manovra 2023 è stata prorogata l’Ape Sociale, la misura previdenziale erogata dall’INPS a tutti i soggetti in specifiche condizioni con almeno 63 anni d’età e 30 di contributi e che non siano già titolari di pensioni dirette. Possono beneficiarne i lavoratori che svolgono mansioni gravose, gli invalidi civili al 74 per cento, i caregivers e i dipendenti disoccupati che hanno esaurito il trattamento.
Calcolo Pensione Salvaguardati: come si computa l’assegno?
Facciamo un esempio pratico per comprendere meglio come viene calcolato l’assegno previdenziale per i salvaguardati. Se un lavoratore ha 58 anni e un’anzianità contributiva pari a 38 anni e dieci mesi, la durata dell’anticipo è pari a quattro anni necessari per raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi ed andare in pensione con la pensione anticipata.
L’assegno pensionistico INPS sarà determinato sulla base di 38 anni e 10 mesi di contributi con le normali regole di calcolo di una pensione applicando, per la determinazione della quota contributiva dell’assegno, il coefficiente di trasformazione previsto per l’età di 58 anni. Ai fini della determinazione dell’importo dell’assegno pensionistico è necessario tenere in considerazione eventuali benefici pensionistici. Sull’importo dell’assegno pensionistico non viene attribuita la perequazione automatica e non possono essere effettuate trattenute per il pagamento di oneri.
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Pensione ai salvaguardati: come presentare la domanda?
Il sistema di gestione delle domande di pensione ai salvaguardati è stato aggiornato per permettere ai lavoratori delle diverse gestioni di accedere alla nona salvaguardia. Per la presentazione della domanda, i cittadini possono accedere al servizio telematico tramite il seguente iter:
- Domanda di Prestazioni pensionistiche: Pensione, Ricostituzione, Ratei maturati e non riscossi, Certificazione del diritto a pensione;
- Certificazioni;
- Nuova Prestazione Pensionistica.
La domanda presentata all’INPS non sostituisce quella che deve essere presentata dagli interessati alla sede dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro territorialmente competente.