Calcolo quota 100

La misura previdenziale “Quota 100” era prevista dalla Legge di Bilancio 2019 e consentiva ai lavoratori di accedere alla pensione con 62 anni d’età e 38 anni di contributi effettivamente versati. Oggi Quota 100 non è più in vigore nonostante alcuni partiti politici abbiamo richiesto una sua ulteriore proroga. Le risorse finanziarie sono sempre più scarse e la crisi del welfare italiano hanno “costretto” l’Esecutivo a non prorogare Quota 100. La misura era stata introdotta per risolvere il problema dell’invecchiamento della popolazione attiva e per favorire l’ingresso di nuovi lavoratori sul mercato del lavoro.

Secondo quanto previsto dalla normativa attuale, possono presentare la domanda di pensione con Quota 100 tutti i lavoratori dipendenti privati o pubblici che entro il 31 dicembre 2021 abbiano maturato i requisiti richiesti per la pensione con quota 100 per effetto della cristallizzazione del diritto a questo trattamento previdenziale. Secondo i calcoli del Governo avrebbe dovuto comportare tra il 2019 e il 2028 l’esborso di oneri aggiuntivi per 46 miliardi e 2,3 milioni di misure previdenziali anticipate. Secondo la Ragioneria dello Stato il costo sarà di 63 miliardi di euro fino all’anno 2036.

Quota 100 non è più in vigore

Quota 100 è stata approvata con il DL 4/2019 approvato a fine gennaio, poi convertito nella Legge numero 26/2019. Questa misura di anticipo previdenziale è rimasta in vigore solo per alcuni anni, trattandosi di una misura provvisoria e sperimentale, attiva per il triennio 2019-2021. In questo lasso temporale i lavoratori interessati potevano presentare la domanda per accedere alla pensione anticipata con i requisiti previsti dalla misura Quota 100. Inoltre, per accedere a quota 100 c’era un periodo di finestra specifico per ciascun anno, durante il quale era possibile presentare la domanda.

Ad esempio, per l’anno 2019, la finestra per la presentazione della domanda era dal 1° aprile al 31 maggio, per l’anno 2020 era dal 1° luglio al 31 agosto, per l’anno 2021 era dal 1° settembre al 31 ottobre. Possono presentare l’istanza di pensione con Quota 100 anche nel 2023 e nel 2024 tutti i lavoratori dipendenti privati o pubblici che entro il 31 dicembre 2021 hanno maturato i seguenti requisiti richiesti: 62 anni di età e 38 anni di contributi.

Per tutti coloro che decidono di presentare la domanda di pensione con Quota 100 per andare in pensione valgono le finestre mobili previste dalla stessa misura previdenziale, che sono di tre mesi per lavoratori dipendenti privati e di 6 mesi per i lavoratori dipendenti pubblici prima della effettiva decorrenza del trattamento previdenziale.

Quota 100: il divieto di cumulo

Nel terzo comma dell’articolo 14 del decreto legge viene specificato che la pensione Quota 100 non è cumulabile con il reddito da lavoro. Ciò implica che a partire dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia, non è possibile svolgere attività lavorativa. Il divieto di cumulo non vale per le prestazioni occasionali, la cui soglia massima è pari a 5.000 euro all’anno. Anche INPS con la Circolare numero 11/2019 ha ribadito l’incumulabilità dei redditi da lavoro con la misura previdenziale Quota 100:

“L’articolo 14, comma 3, del decreto-legge in parola prevede l’incumulabilità della pensione quota 100 con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 Euro lordi annui”.

Quota 100 e pubblico impiego

Per quanto concerne i dipendenti statali e quelli assunti presso gli Enti locali, l’articolo 23 del decreto stabilisce che chi decide di beneficiare di Quota 100 riceverà l’indennità di fine servizio una volta raggiunta l’età pensionabile. Per ricevere il TFS (Trattamento di Fine Servizio) è necessario attendere il raggiungimento della pensione di vecchiaia (67 anni di età). I dipendenti pubblici che vorranno ricevere l’indennità di fine servizio potranno rivolgersi alle banche e stipulare delle convenzioni per l’erogazione anticipata dell’indennità di buonuscita a tassi agevolati.

Quota 100: è prevista la pace contributiva?

Per il triennio 2019-21 è stato possibile coprire i buchi contributivi solo a coloro che sono interamente nel sistema contributivo e che non hanno anzianità contributiva precedente il 31 dicembre 1995.

Quota 100 e pensione anticipata a 59 anni

La normativa previdenziale vigente stabilisce che anche coloro che hanno compiuto 59 anni di età e che hanno versato almeno 35 anni di contributi possono andare in pensione anticipatamente. Solo coloro che sono in possesso dei suddetti requisiti potranno andare in pensione anticipata solamente in presenza di accordi collettivi sottoscritti in accordo con i Sindacati.

Come calcolare la pensione con Quota 100?

Per calcolare la pensione con quota 100, bisogna innanzitutto calcolare l’importo della pensione mensile lorda in base ai contributi effettivamente versati. Per farlo, si deve prendere come riferimento la retribuzione media degli ultimi 5 anni prima del pensionamento e applicare un coefficiente di trasformazione. Il valore del coefficiente dipende dall’età della persona al momento della pensione.

Una volta calcolata la pensione mensile lorda, questa viene rivalutata in base all’indice ISTAT. All’importo lordo va applicato il prelievo fiscale per ottenere il netto accreditato nel cedolino INPS. La simulazione del calcolo pensione Quota 100 può essere svolta accedendo al sito INPS che consente di visualizzare la data in cui maturi il diritto alla pensione e l’ammontare dell’assegno. Grazie al simulatore online è possibile calcolare a quanto ammonterà l’assegno previdenziale INPS.

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Domande frequenti (FAQ)

Chi va in pensione con quota 100 viene penalizzato?

L’introduzione della Quota 100 ha suscitato molte discussioni sui vantaggi e sugli svantaggi, ma un aspetto che non può essere ignorato è che chi va in pensione con questa misura in alcuni casi subisce una penalizzazione. In altri casi non è prevista alcuna penalizzazione per chi decide di andare in pensione con Quota 100: ciò significa che nel calcolo dell’assegno, l’INPS non applica la decurtazione dell’1,5% per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia.
Chi decide di andare in pensione con quota 100 non potrà godere delle tredicesime e delle quattordicesime mensilità previste dalla legge. Pertanto, se per qualcuno Quota 100 può rappresentare un vantaggio economico e di tempo rispetto all’attesa di raggiungere l’età pensionabile prevista dalla legge, chi decide di ricorrere a questa misura può essere svantaggiato rispetto al calcolo retributivo o contributivo.

Chi va in pensione con quota 100 può continuare a lavorare?

Con l’introduzione della misura quota 100, i lavoratori italiani hanno l’opportunità di andare in pensione con un’età minima di 62 anni e un minimo di 38 anni di contributi. Tuttavia, è possibile continuare a lavorare anche dopo aver ottenuto la pensione con quota 100. Infatti, il Governo ha introdotto delle misure che consentono a coloro che vanno in pensione con questa formula di lavorare a tempo parziale fino a un massimo del 30% dell’orario normale. Inoltre, non sono previste limitazioni all’ingresso in un nuovo impiego. Questo significa che chi va in pensione con quota 100 può ancora svolgere attività lavorative senza alcun limite.
C’è da dire che tale opportunità è riservata esclusivamente a chi ha maturato i requisiti per ottenere la pensione con quota 100. Coloro che hanno solo partecipato parzialmente al sistema previdenziale (ad esempio i co.co.co.) non hanno diritto ad usufruire di questa possibilità. Chi va in pensione con quota 100 può continuare a lavorare con determinate limitazioni e condizioni, come il limite del 30% dell’orario normale e l’obbligo di rispettare le regole previdenziali vigenti.

Come compilare la domanda per quota 100?

Per compilare correttamente la domanda per l’accesso alla misura quota 100, è necessario seguire alcuni passaggi fondamentali. Innanzitutto, occorre verificare di essere in possesso dei requisiti previsti dalla legge. Ad esempio, è necessario avere almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi previdenziali. Inoltre, è necessario accedere al portale dell’INPS ed effettuare la registrazione inserendo i propri dati anagrafici ed economici. Una volta completata la registrazione, è possibile compilare la domanda online.
L’utente dovrà inserire nell’apposito modulo i dati anagrafici ed economici per dimostrare di essere in possesso dei requisiti richiesti e dovrà firmarla digitalmente con un codice identificativo personale. Dopodiché, occorrerà allegare tutti i documenti richiesti (ad esempio una dichiarazione sostitutiva attestante il possesso della cittadinanza italiana o comunitaria). Infine, bisognerà inviare la domanda e attendere che l’INPS verifichi tutti i documenti inviati e proceda all’accertamento della sussistenza dei requisiti richiesti. Una volta ottenuta l’approvazione da parte del Centro Operativo INPS, sarà possibile accedere alla misura quota 100.


 

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