Fonte è il fondo pensione integrativa dedicato ai dipendenti del terzo settore. Stiamo parlando quindi di un fondo chiuso, al quale possono accedere esclusivamente coloro che lavorano nel commercio, nel turismo e nei servizi.
Da diversi anni, la legge prevede la necessità di comunicare dove si decide di far confluire il TFR: a meno che non si scelga esplicitamente di lasciarlo in azienda, nella maggior parte dei casi i contributi confluiscono in uno di questi fondi.
Il discorso vale per quasi tutti i settori e, nel caso di questi lavoratori, salvo dichiarazioni esplicite, il TFR va a riversarsi nel fondo Fonte.
Come funziona Fonte e com’è strutturato: quattro piani d’investimento
Il fondo Fonte è costituito in forma associativa, con un consiglio di amministrazione e un gestore dei fondi. Le sue dinamiche sono le stesse dei fondi aperti, in quanto è necessario che il lavoratore scelga un comparto di investimento, in base alla propria inclinazione al rischio e alla condizione lavorativa, valutando anche l’orizzonte temporale dell’intero progetto. In questo senso, è sempre meglio consultare un esperto in materia: non trattandosi di una banca o di una compagnia con consulenti propri, rivolgerti a un esterno per valutare pro e contro è la scelta più saggia.
I profili sui quali investire in Fonte sono quattro:
- conservativo
- sviluppo
- crescita
- dinamico.
Li abbiamo elencati in ordine crescente, dal meno rischioso al più ambizioso, e ciò che ne determina le caratteristiche è la percentuale di obbligazioni e azioni contenute in essi: un comparto con la maggioranza di titoli azionari sarà decisamente più rischioso di uno composto prevalentemente da obbligazioni, inoltre aumentano i costi di gestione via via che si sale con gli investimenti più speculativi.
Questo aspetto dovrai valutarlo molto attentamente, tuttavia solitamente i fondi chiusi e di categoria come questo, non essendo a scopo di lucro, hanno dei costi di gestione inferiori rispetto a quelli aperti, perché finalizzati alla sola erogazione delle pensioni integrative tramite investimenti sui mercati.
Il fatto che non ci siano banche a dirigere questa tipologia di fondi pensionistici, non significa che le banche non intervengano: non sono nel CDA del gruppo, ma sono coloro che gestiscono gli investimenti, in quanto organi autorizzati a esercitare questa attività, così come le società di mediazioni mobiliari e le compagnie assicurative. I gestori vengono selezionati tramite bando o concorso e bisogna essere fortunati a selezionare quelli più abili, in grado di procurare profitti elevati e perdite esigue.
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Quando è possibile riscattare i contributi versati: pensione e casi particolari
Ovviamente la pensione è il naturale esito del contratto col fondo Fonte: bisognerà effettuare una richiesta ed entro 90 giorni si procederà con la liquidazione, che può avvenire sotto forma di rendita vitalizia o tramite il riscatto in un’unica soluzione. I giorni che necessariamente intercorrono dalla richiesta sono utili alle verifiche: bisogna infatti accertare che ci siano tutti i requisiti per chiudere il contratto.
Vi sono casi in cui è possibile chiedere anticipi o riscattare ciò che si è versato: licenziamento, mobilità, cassa integrazione, RITA, invalidità, decesso e altre eventualità indicate nel piano di adesione. Verificare quali siano i costi di queste operazioni è però importante: basti pensare che c’è chi addirittura continua a versare dei contributi volontari, oltre la data prevista per la pensione, per poter poi ottenere cifre più importanti.
Inevitabilmente, tutti gli anticipi richiesti durante la vita lavorativa vengono decurtati dal tesoretto che si avrà alla fine ed ecco perché, salvo cause indipendenti dalla propria volontà ovviamente, è sempre meglio arrivare alla data fatidica del pensionamento con il piano integro. Tuttavia ci sono opportunità che non si vogliono perdere, come l’acquisto di una prima casa, o spese inevitabili per motivi di salute: ecco che un anticipo può risultare molto utile a fronteggiare la vita che diventa sempre più cara.
Per quanto riguarda Fonte, le motivazioni per l’accesso a un anticipo non sono solo quelle elencate, poiché in taluni casi, è possibile ricevere un contributo da stabilire, se la tua richiesta è ben motivata: questa verrà valutata da una commissione e non è detto che venga rifiutata, se ritenuta valida.
Quanti aderenti ci sono nel fondo pensione Fonte?
Se lavori per il settore terziario, devi sapere che i tuoi “colleghi” aderenti al progetto sono arrivati a quota 250.000. Tra questi ci sono certamente i “taciti” ovvero quelli che non si interessano granché alla destinazione del TFR. Il consiglio è quindi di prendere informazioni, oltre che da questa guida, sul sito ufficiale ed eventualmente chiedere l’intervento di un consulente: un commercialista o il sindacato stesso andranno bene per avere delucidazioni più dettagliate.
Scegliere il piano di investimento più adatto a te è infatti la scelta migliore per il tuo futuro e potresti guadagnare più di quanto immagini, andando a integrare in modo significativo l’assegno della pensione INPS, il cui futuro non è dei più rosei, data la precarizzazione del lavoro che affligge la contemporaneità.